Venezia e la magia del Carnevale

Quale miglior meta per un originale weekend carnevalesco che trascorrere due giorni a Venezia, la città più romantica del Mondo, che in questi giorni rispolvera per l’occasione gli antichi splendori di un tempo.
Tutti, almeno una volta, hanno sentito parlare della sua eleganza e delle ricche feste in maschera che, proprio nei giorni di Carnevale, si svolgono negli splendidi palazzi antichi che costeggiano il Canal Grande dove, in saloni arredati con mobili d’epoca si ricreano atmosfere degne della Venezia Settecentesca. 
Ma quello che, nei giorni di Carnevale, colpisce ogni visitatore della città lagunare fin dal primo istante, e da sempre è anche la caratteristica che rende unico il Carnevale della Serenissima, è il fatto che chiunque indossata una maschera e un costume può, per uno o più giorni, diventare parte integrante della manifestazione e non solo ammirarla marginalmente da semplice spettatore, come avviene in ogni altro Carnevale italiano. 


Fin dalla sua nascita il Carnevale di Venezia è infatti prima di tutto una festa popolare. La motivazione è dovuta al fatto che storicamente nella Repubblica di Venezia, le autorità cittadine solitamente imponevano rigide regole sulla morale e sull’ordine pubblico ma nei giorni di festa tolleravano che la goliardia popolare si trasformasse anche in pubblica derisione di autorità e aristocrazia concedendo in questo modo una “valvola di sfogo” verso i malumori che si creavano nei ceti popolari.


Attraverso maschere e travestimenti si annullavano le diversità di classe sociale, sesso e religione. Ognuno perdeva la propria identità e si trasformava in chi sognava di essere. Anche il semplice “Buongiorno Siora Maschera”, il saluto che nei giorni di Carnevale risuonava nelle calli e nei canali tendeva a sottolineare ed evidenziare proprio questa mancanza di ruoli. Da allora, nonostante un periodo di declino durante l’occupazione Napoleonica prima e il dominio austriaco dopo in cui i travestimenti furono vietati per paura di disordini pubblici e i festeggiamenti furono spostati dal centro cittadino verso le isole di Burano e Murano, fino ai nostri giorni lo spirito popolare di questa manifestazione non si è mai perso ma anzi ha reso questo Carnevale unico nel suo genere.
Per risalire alle origini della manifestazione bisogna ritornare indietro di molti secoli, i  primi documenti nel quale si citano i giorni di festa che anticipano la Quaresima risalgono al 1094 e portano la firma del Doge Vitali Falier. Anche se ufficialmente il Carnevale viene istituito solo due secoli dopo. Anticamente il Carnevale durava molto: iniziava il 26 Dicembre e finiva il Mercoledì delle Ceneri.

Oggi la manifestazione dura solo un paio di settimane, anche se il momento clou: inizia con il Volo dell’Angelo la domenica precedente al giovedì grasso e termina con la Vogata del silenzio, una lunga processione di gondole silenziose che, nella notte tra il martedì grasso e il mercoledì delle ceneri, dal Ponte di Rialto raggiunge il bacino di San Marco navigando lungo il Canal Grande rischiarato solo dalle fiammelle delle candele. Il Volo dell’Angelo, ripresentato al pubblico, nella versione attuale solo dal 2001, risale in realtà alla prima metà del 500 quando un giovane acrobata turco risalendo una lunga corda che partiva da una barca ormeggiata nel molo della piazzetta di San Marco, con il solo aiuto di un bilanciere riuscì a salire fino alla cella campanaria del campanile di San Marco per poi ridiscendere verso la balconata di Palazzo Ducale per porgere i propri omaggi al Doge. Il volo, si svolse fino alla metà del 700 diventando anno dopo anno sempre più coreografico ma anche pericoloso, nel 1759 dopo un tragico incidente venne infine vietato.  
Riproposto solo in anni recenti è diventato il simbolo dell’inizio del Carnevale. Inizialmente veniva calata dal Campanile di San Marco una statua, ma negli ultimi anni, è ormai tradizione che a vestire i panni dell’Angelo sia la fanciulla eletta Maria nell’anno precedente. Nel 2013 toccherà quindi a Marta Finotto  scendere, tra l’emozione generale, dal campanile di San Marco, lasciando per un lungo momento la folla sottostante senza fiato.

Ma a Venezia il Carnevale significa anche artigianato. La figura del Mascheriere, l’artigiano che fabbrica maschere, diventa a Venezia mestiere riconosciuto con statuto proprio fin dal XV secolo.
Argilla, cartapesta, gesso e garza questi sono i principali materiali usati per la realizzazione di maschere poi decorate, con sapiente maestria, con piume, perle, cristalli, disegni e pizzi da abili mascherieri che ancora oggi le rendono dei veri oggetti d’arte. Da sempre le maschere più famose di Venezia sono la Bauta e la Moretta.

  • La Bauta è costituita da una maschera bianca anche detta Larva, da un tricorno e da un largo mantello nero detto tabarro. La Bauta nei tempi antichi non era utilizzata però solo nei giorni di carnevale, ma in molte occasioni durante il  quale non si desiderava essere riconosciuti, come ad esempio in occasione di incontri galanti clandestini.
  • Tra le donne invece un tempo molto diffusa era la Moretta, maschera di origine francese, molto apprezzata a Venezia perché permetteva di essere vezzosamente abbinata a veli e cappellini. La Moretta aveva la particolarità di essere una maschera muta perché doveva essere indossata tenendo in bocca un bottoncino e, per questo veniva anche chiamata Servetta Muta.

Naturalmente un weekend a Venezia nei giorni di Carnevale permette di poter visitare e conoscere la città vivendo in prima persona l’evento perchè ci si ritrova catapultati su un grande palcoscenico.
Ci si può trasformare in una misteriosa dama e girovagare per le calli alla ricerca di Casanova, si può diventare un cortese galantuomo e scegliere di fare un romantico giro in gondola al tramonto assieme alla propria dama, oppure molto più semplicemente si può decidere di fare una passeggiata sotto i portici di Piazza San Marco e concedersi una cioccolata calda  in uno dei famosi caffè storici. Se invece i travestimenti non sono il vostro genere ci si può limitare a osservare la città da dietro una splendida maschera decorata da piume multicolori, ma in ogni modo si decida di vivere il proprio weekend carnevalesco si ha davvero la sensazione di fare un tuffo nel passato e di respirare la grandiosa fastosità vissuta dalla Serenissima in epoche ormai passate.