Ponte del Primo Maggio a ... Firenze

Per tutti quelli che decideranno di trascorrere il prossimo ponte del 1 Maggio a Firenze ecco alcuni consigli su cosa vedere.

Questo è, secondo me, il momento migliore per visitare la città perché in estate il clima caldo e umido la rende molto torrida mentre in inverno è piuttosto fredda. Dato l’elevato numero di turisti che quotidianamente visitano la città in un weekend si potranno, purtroppo, vedere pochissimi luoghi simbolo che la rendono famosa nel mondo per questo io preferisco indirizzarvi verso luoghi un po’ meno frequentati ma altrettanto ricchi di fascino e storia. 

Tutti sanno che il simbolo della città è il giglio rosso in campo bianco, per essere precisi il simbolo della città è in realtà un giaggiolo ovvero un’iris germanica della specie florentina comunemente chiamato giglio di Firenze o bianco. Solo dal 1251 i colori sono diventati quelli che conosciamo oggi, questo perchè i ghibellini, in esilio, ostentavano come proprio simbolo il giglio bianco. I guelfi, che all’epoca dominavano la città, per distinguersi dai propri rivali invertirono quindi i colori del simbolo cittadino che è diventato quello che noi tutti conosciamo perchè arrivato ai nostri giorni ovvero proprio il giglio rosso in campo bianco. In realtà il giaggiolo rappresenta il simbolo della città da prima ancora degli scontri tra guelfi e ghibellini, alcune tradizioni lo legano a un antico culto mariano presente in città fin dal IX secolo, altri semplicemente ne fanno derivare il legame dal fatto che l’iris era uno dei fiori maggiormente presenti sul territorio intorno alla città ma già durante la prima crociata i fiorentini lo avevano in realtà promosso a loro simbolo. 
La città è così legata a questo fiore che dal 1957 gli ha addirittura dedicato un intero giardino, il “giardino dell’Iris” che in maggio, periodo di massima fioritura, merita assolutamente una visita. L’ingresso del giardino è situato su Piazzale Michelangelo ed è gratuito.

Proprio da Piazzale Michelangelo, possiamo dedicarci a abbracciare simbolicamente la città e ad imparare a conoscerla. Il Piazzale venne inaugurato nel 1869 quindi durante gli anni in cui Firenze era diventata le capitale del novello Regno d’Italia. Ora a distanza di quasi 150 anni è diventato uno dei simboli stessi della città. La piazza come è facile intuire è dedicata a Michelangelo protagonista del Rinascimento, conosciuto nel Mondo per opere dal valore inestimabile come il David, la Pietà e la Cappella Sistina. A sottolineare e ricordare che la Piazza è da sempre dedicata al grande artista alcune copie di sue opere famose ne fanno da cornice: Il David e le allegorie delle Cappelle Medicee di San Lorenzo.
Dal Piazzale possiamo osservare il Duomo e il campanile di Giotto, la torre di Palazzo Vecchio, Il Ponte Vecchio, il Bargello, la particolare torre ottagonale della Badia Fiorentina, la maestosa Basilica di Santa Croce anche conosciuta come Pantheon degli artisti e la sua Piazza famosa tra le altre cose perché ogni anno qui si svolge una curiosa manifestazione unica nel suo genere ma profondamente legata alla storia della città il calcio fiorentino e infine quasi di fronte a noi l’imponente facciata della Biblioteca Nazionale.

Alba sul Lungarno - sullo sfondo la Biblioteca Nazionale

Scendendo verso la città la nostra visita turistica inizia proprio dalla Biblioteca Nazionale. Per tutti quelli che avessero la fortuna di trovarsi in città durante il prossimo Ponte del 1 maggio potranno avere la fortuna di visitarla. Qui potete trovare maggiori informazioni (https://www.bncf.firenze.sbn.it/notizia.php?id=1399) perché la prenotazione è obbligatoria. Per tutti gli altri, che come me, non avranno questa fortuna dobbiamo accontentarci di guardare la Biblioteca, solitamente chiusa alle visite guidate, e scoprirne la storia davanti alla imponente facciata. Originariamente la Biblioteca istituita, fin dal 1714, grazie ai lasciti testamentari, a beneficio universale della città di Fiirenze, di Antonio Magliabechi aveva sede, come tutti gli uffici pubblici del Granducato, agli Uffizi. Aperta al pubblico dal 1747, nel 1861 venne unificata alla biblioteca di Palazzo istituita dai Lorena. Fu trasferita nella sede attuale solo nel 1935, il progetto dell’edificio risale però al 1911 su progetto dell’architetto Cesare Bazzani prima e Vincenzo Mazzei poi. Il luogo scelto per la costruzione occuava originariamente la caserma dei Cavalleggeri compresa tra la Basilica di Santa Croce e il fiume Arno. Questa purtroppo si rivelerà una scelta infelice perché, con la drammatica alluvione del 1966, la Biblioteca assieme al Crocifisso del Cimabue, del vicino convento di Santa Croce, diventarono i simboli della catastrofe. I locali sotterranei e le sale della biblioteca vennero infatti invasi da più di sei metri d’acqua e fango. Una targa posta sotto il portico d’ingresso, l’anno seguente all’alluvione, ringrazia gli angeli del fango, i volontari, grazie al quale fu salvato gran parte del patrimonio artistico della città.

Una curiosità: per una legge istituita nel 1870 il deposito legale delle pubblicazioni librarie dell Regno d’Italia fu istituito a favore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze che era allora Capitale d’Italia e ancora oggi riceve per diritto di stampa una copia di tutto quello che qui, in Italia, viene pubblicato.

Basilica di Santa CroceOltrepassando la Biblioteca dirigendoci verso il centro cittadino dopo pochi metri sulla nostra destra possiamo intravedere la facciata della bellissima Basilica di Santa Croce e la sua Piazza.
La Basilica merita sicuramente una visita. L’interno colpise soprattutto per la sua monumentale semplicità, tre navate divise da due file di imponenti colonne a forma ottagonale. La sua pianta è a forma di croce egizia.
La Basilica anche conosciuta come Pantheon degli artisti perché qui si trovano le tombe di numerosi artisti: Ugo Foscolo, Michelangelo, Galileo, Gioacchino Rossini, Vittorio Alfieri etc. Esiste anche un grande sepolcro di Dante ma la città di Ravenna si è sempre rifiutata di consegnare le spoglie del poeta che qui morì in esilio ed è sepolto. Non stupitevi se dentro la basilica vi trovate davanti alla statua della libertà. In realtà la statua assomiglia molto al più noto simbolo di New York ma alcuni dettagli la differenziano: i raggi della corona della versione fiorentina sono 7 e non 8 e la catena spezzata si trova nella mano sollevata mentre in quella newyorkese nella mano sollevata la statua regge la fiaccola e la catena spezzata è sotto il suo piede. La statua fa parte della tomba del drammaturgo Giovanni Battista Niccolini realizzata nel 1883 dallo scultore Pio Fedi e qualcuno dice che proprio a questa si ispirò il creatore della Statua della Libertà Frederic Auguste Bartholdi.
Non mi soffermo molto sulla storia della Basilica perché se decidete di visitarla vi consiglio di affidarvi alle guide turistiche volontarie Ars Et Fides Firenze che si trovano nelle principali chiese fiorentine. Io ho avuto modo di visitare con loro sia Santa Croce che Santa Maria Novella e sono state davvero due visite molto interessanti e istruttive. Qui trovate il link all’associazione delle guide https://www.arsetfidesfirenze.it/
Soffermiamoci invece un po' di più su Piazza Santa Croce che è sicuramente una delle piazze più suggestive della città, a forma rettangolare era inizialmente destinata a contenere le grandi folle in occasioni di prediche, sacre rappresentazioni ma anche giostre e spettacoli. Tra queste si ricorda soprattutto la celebre partita di calcio del 17 febbraio 1530 durante l’assedio delle truppe imperiali alla città. Anche se stremati dal lungo assedio i fiorentini in sfregio ai nemici decisero di non rinunciare ai festeggiamenti di carnevale e organizzarono per l’occasione sulla piazza, ben visibile dagli assedianti accampati sulle colline circostanti, una partita di calcio. Per sottolineare maggiormente che in città ci si stava continuando a divertire un gruppo di musicanti si mise a suonare dal tetto della Basilica. Irritati dai festeggiamenti dalle linee nemiche venne sparato un colpo di cannone che però superò la piazza e la chiesa non facendo danni ma accolto tra squilli di tromba e urla di scherno dei fiorentini.
La piazza inizialmente era delimitata da transenne in legno che ne segnavano l’area riservata ai giochi ma nel settecento vennero sostituiti con pilastri e panchine in pietra serena presenti ancora oggi. In Piazza alla sinistra della facciata della Basilica s’innalza la statua del Sommo Poeta Dante Alighieri. La statua in marmo bianco di Carrara fu realizzata dallo scultore Enrico Pazzi nel 1865 per i 600 anni della nascita del poeta. Inizialmente posta al centro della piazza venne successivamente spostata nella collocazione attuale per permettere lo svolgimento delle partite di calcio storico.
Infatti la piazza è proprio il luogo dove ancora oggi, ogni anno a giugno, quattro squadre in rappresentanza dei quartieri storici di Firenze (Santa Croce, Santa Maria Novella, Santo Spirito e San Giovanni) si affrontano nelle partite del calcio storico fiorentino. Uno spettacolo unico in Italia che secondo me vale davvero la pena di essere visto.

Partita vecchie glorie calcio storico - Anno 2014

Poco distante dalla Piazza, in via Ghibellina al numero 70, potete trovare il Museo di Casa Buonarroti. Qui i discendenti del grande Michelangelo a cominciare dal pronipote Michelangelo il Giovane e tutti i discendenti successivi trasformarono da subito la casa in un’importante centro di cultura cittadina che ha permesso a noi, secoli dopo di poter ammirare ancora gran parte delle collezioni artistiche della famiglia nonostante purtroppo un periodo di abbandono intorno all’inizio dell’800.
L’edificio dall’aria molto sobria è posto su tre piani e raggiunse la forma attuale intorno al 1612, sul portone d’ingresso di via ghibellina ci accoglie il busto di Michelangelo, copia di quello conservato alla Galleria dell’Accademia.
Nel museo possiamo osservare una collezione archeologica di grande valore ma meno nota di altre: la collezione raccoglie circa 150 pezzi di civiltà, epoche e tecniche differenti collezionati soprattutto per volere di due pronipoti del Maestro, Michelangelo il Giovane e Filippo che in particolarè si dedicò alla ricerca d manufatti di origine etrusca. Solo dopo l’ultimo restauro della casa, avvenuto dopo l’alluvione del 1966, però questa collezione è stata finalmente resa disponibile al pubblico.
Nelle sale del primo piano possiamo invece osservare alcuni dei modelli in cera e bronzo usati dall’artista ma anche disegni e bozze, tra le opere visibili la più famosa è forse il Bassorilievo della Madonna della Scala. Nel 600 alcune stanze sono state decorate con affreschi che ricordano e raccontano la vita di Michelangelo, particolarmente importante è la galleria gli affreschi voluti dal nipote michelangelo il giovane e realizzati tra il 1613 e il 1635 dai principali artisti presenti a Firenze in quel periodo.
Una curiosità: Anticamente via Ghibellina era chiamata via dei marmi sudici, il nome deriva dal fatto che lungo la via rimanevano, a volte per lunghi periodi, grandi blocchi di marmo che con il tempo si annerivano in attesa che l’artista sempre in viaggio tra Firenze e Roma li usasse per le sue opere.

Museo casa di Dante - Busto del Sommo PoetaTerminata la visita a Casa Buonarroti io consiglio di dirigersi verso un’altra casa museo di un grande rappresentante della città: la Casa di Dante, che trovate in via Santa Margherita 1.
Il museo sorge dove un tempo esisteva la casa degli Alighieri e dove il Sommo Poeta nacque nel 1265anche se con il tempo numerose sono state le modifiche apportate alla struttura. Il museo è principalmente didattico e si visita in modo piacevole abbastanza velocemente e permette in modo semplice di fare un tuffo indietro nel tempo proprio ai tempi di Dante e della sua Divina Commedia, alle lotte fiorentine tra guelfi e ghibellini e di conoscere le famiglie cittadine e i vari personaggi dell’epoca. Pochi metri dopo l’uscita del museo proseguendo in via Santa Margherita incontrate la Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi considerata anche la chiesa di Dante perché qui sposò secondo la tradizione Gemma Donati e soprattutto questo è il luogo dove probabilmente avrebbe incontrato per la prima volta anche l’amata Beatrice Portinari. Difficile però credere, come segnalato da una targa nella chiesa che le spoglie di Beatrice si trovino qui, molto più probabilmente si trovano nella tomba di famiglia del marito che essendo un Bardi si trova nella Basilica di Santa Croce ed è segnalata da una lapide con lo stemma di famiglia nel chiostro, vicino alla cappella Dei Pazzi.

Ora percorrete via del Corso per poi immettervi in via dei Calzaiuoli. Una volta qui in via dei Calzaiuoli andando a sinistra vi imbatterete nell’imponente Cattedrale di Santa Maria del Fiore con la bellissima Cupola del Brunelleschi, il Campanile di Giotto e il bellissimo Battistero di San Giovanni.

Duomo e Cupola del Brunelleschi

Sicuramente vale la pena di fermarsi a visitarli ma sappiate che in questo caso la vostra visita durerà qualche ora soprattutto per poter salire sulla cima della Cupola e del Campanile. Per visitare la Cattedrale potete sempre fare riferimento alle guide turistiche volontarie Ars Et Fides Firenze. Io mi soffermerò invece a raccontarvi qualcosa del Battistero che è stata per me una piacevole scoperta.
La datazione e l’origine  del Battistero, dedicato al Patrono della città, San Giovanni, creano ancora oggi qualche dubbio. A pianta ottagonale, con un diametro di circa 25 metri, rivestito di lastre di marmo bianche e verdi, sovrastato da una cupola a 8 spicchi nel medioevo si pensava fosse in origine un edificio romano trasformato in chiesa, anche se l’edificio che noi oggi possiamo ammirare è in realtà stato riadattato durante i secoli. Quello che più ci colpisce all’interno è sicuramente il prezioso mosaico della cupola.
Mosaico della cupola del BattisteroIl rivestimento fu un’impresa per l’epoca difficile e dispendiosa, i lavori iniziarono probabilmente nel 1270 e finirono circa 30 anni dopo. Sulla fascia superiore del mosaico sono raffigurate le gerarchie angeliche, su tre degli spicchi è raffigurato il giudizio universale dominato dalla grande figura di Cristo, sugli altri cinque spicchi sono suddivisi le storie della genesi, di Giuseppe, di Maria e la vita di Cristo e le storie di San Giovanni Battista. I mosaici vennero realizzati da maestranze veneziane coadiuvate però da importanti artisti locali come il Cimabue. Il Battistero è impreziosito anche da tre grandi porte bronzee, la più importante è quella dell’ingresso est, ovvero quello rivolto verso la facciata del Duomo. La porta chiamata da Michelangelo la Porta del Paradiso è uno dei capolavori rinascimentali di Lorenzo Ghiberti che ottenne la commissione della porta che venne realizzata in formato diverso dalle altre due. E’ infatti costituita da 10 grandi riquadri che presentano storie dell’antico Testamento che si susseguono da sinistra a destra e dall’alto in basso. Danneggiata durante l’alluvione del 1966 è stata restaurata e le formelle oggi visibili sono copie, le originali sono invece presenti nel museo dell’opera del duomo che purtroppo è chiuso al pubblico fino a novembre 2015.

Orsanmichele - Tabernacolo marmoreo della Madonna delle Grazie

Ripercorrendo all’indietro via dei Calzaiuoli verso piazza della Signoria all’incirca a metà della via sulla vostra destra trovate un edificio davvero molto particolare Orsanmichele, originariamente realizzata come loggia del mercato venne successivamente trasformata in chiesa delle Arti, le antiche corporazioni fiorentine. Intorno al VIII secolo era qui presente un monastero femminile con vasti terreni e orti e una piccola chiesa dedicata a San Michele, che veniva chiamata anche San Michele in orto e da qui derivò successivamente il nome “Orsanmichele”. La chiesa e il monastero vennero abbattuti all’incirca a metà del 1200 per fare posto alla loggia destinata a a diventare mercato delle granaglie. Ma circa un secolo dopo, nella metà del 1300, il granaio venne consacrato al culto cristiano e negli anni successivi le Corporazioni delle Arti cittadine commissionarono a grandi artisti dell’epoca d approntare le statue da sistemare nelle varie nicchie intorno all’edificio. Tra questi si ricordano Brunelleschi, Donatello, Verrocchio, Ghiberti. Dall’800 circa per preservare le statue si è provveduto spostare al primo piano dell’edificio gli originali e porre nelle nicchie esterne delle copie. Dal secondo piano si può invece ammirare il panorama sulla città. Nella chiesa, che conserva un bellissimo tabernacolo marmoreo della Madonna delle Grazie vengono regolarmente celebrate le messe ed è sempre aperta mentre invece il primo e il secondo piano credo siano purtroppo visibili solo in alcuni giorni della settimana. 

Ritornando sulla via la destinazione ora non può essere che Piazza della Signoria. E una vola qui vi potrete perdere non sapendo cosa osservare: Palazzo Vecchio, la Loggia della Signoria o dei Lanzi, la Fontana del Nettuno, i numerosi edifici storici che fanno da cornice alla piazza.
Palazzo Vecchio e Fontana del NettunoPalazzo Vecchio è la sede del comune della città, un bellissimo esempio di architettura fiorentina del 1300 conosciuto e ammirato in tutto il mondo. I suoi nomi furono molti in origine era chiamato “Palazzo dei Priori”, successivamente durante la Repubblica Fiorentina divenne il “Palazzo della Signoria”, quando Cosimo I dei Medici ne fece la sua residenza divenne “Palazzo Ducale” ma dal 1565 quando la corte medicea si sposto a Palazzo Pitti assunse il nome con cui lo conosciamo ancora oggi “Palazzo Vecchio”. Dal 1865 al 1871 fu sede del Parlamento Italiano mentre oggi anche se gran parte dell’edificio è destinata a Museo ospita anche gli uffici comunali. 
Nella Firenze Romana qui si trovava un teatro e alcuni resti sono stati portati alla luce e resi visitabili solo in quest’ultimo decennio.
L’entrata principale di Palazzo Vecchio viene ancora oggi “sorvegliata” da due imponenti statue il David di Michelangelo e all’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli, quest’ultima opera in realtà fu inizialmente molto criticata perché secondo alcuni era un gesto sfrontato accostare un’opra definita minore al capolavoro michelangiolesco. Il David che qui possiamo ammirare è in realtà una copia risalente al 1910, l’originale è stato spostato nel 1873 alla Galleria dell’Accademia. La Statua di Ercole e Caco originariamente fu commissionata proprio a Michelangelo ma lui ormai preso importanti impegni a Roma riuscì solo a realizzarne un modellino oggi visibile nel museo di Casa Buonarroti, la commissione nel 1530 passo definitivamente al Bandinelli. Purtroppo per tutti quelli che durante il prossimo Ponte si troveranno a Firenze non sarà possibile visitare il Museo di Palazzo Vecchio perché tra il 2 e il 6 Maggio sarà chiuso per permettere delle riprese cinematografiche almeno questo è quanto indicato dal sito internet https://museicivicifiorentini.comune.fi.it/palazzovecchio.

Per tutti quelli che volessero per un momento interrompere le visite storiche e dedicarsi a una più rilassante visita “modaiola” consiglio una visita al Museo Gucci che trovate proprio accanto a Palazzo Vecchio in quello che viene anche conosciuto come Palazzo della Mercanzia. Edificato nel 1308 su parte del teatro romano che occupava la piazza è stato per molto tempo sede delle corporazioni delle arti della lana e della seta. Il Museo si sviluppa su tre piani e ripercorre tutta la storia della famosa casa di Moda.

Ponte Vecchio visto dalla balconata davanti al cortile degli UffiziLa nostra visita a questo punto continua attraversando il cortile degli Uffizi per dirigerci sull’Arno e poter da qui osservare il famoso Ponte Vecchio, simbolo della città conosciuto in tutto il mondo.
Edificato nel 1345 il ponte divenne intorno alla metà del 1400 sede del mercato dei macellai e dei beccai perché con ordinanza cittadina venne loro imposto di trasferirsi proprio sul ponte per salvaguardare il decoro e la pulizia della città questo perché dalla nuova posizione i macellai potevano direttamente buttare gli scarti di lavorazione nel fiume senza doverli trasportare in giro per le vie su maleodoranti carretti. Nel 1565 Vasari costruì, su ordine di Cosimo I, la parte sovrastante del Ponte, conosciuta oggi come corridoio vasariano, per mettere in comunicazione il centro del potere politico di Palazzo Vecchio con la residenza dei Medici, Palazzo Pitti. Da fine del 1500 le botteghe dei macellai vennero via via sostituite da botteghe di orafi e gioiellieri per ordine di Ferdinando I che mal gradiva gli odori poco gradevoli che si sentivano dal corridoio.

Lasciando il ponte alle nostre spalle e costeggiando l’Arno possiamo dopo pochi metri alla nostra sinistra incontrare Piazza dei Giudici e proprio su questa piazza troviamo Palazzo Castellani sede fin dal 1930 del Museo di Storia della Scienza diventato nel 2010, dopo una profonda ristrutturazione, Museo Galileo. All’epoca di Dante il Palazzo era chiamato Castello d’Altafronte. Durante il 900 è stato anche sede dell’Accademia della Crusca.
Il museo raccoglie preziosi strumenti scientifici provenienti dalle collezioni medicee, che erano inizialmente esposte nello stanzino delle Matematiche della Galleria degli Uffizi e che in seguito vennero trasferite nel Museo di Fisica e Storia Naturale fondato nel 1775 da Pietro Leopoldo I. Nel 1929 fu organizzata a Firenze la Prima Esposizione Nazionale di Storia e Scienza e in seguito a questo grande evento, nel 1930 l’Università di Firenze decise di inaugurare nella sede del Palazzo il Museo di Storia della Scienza nel quale vennero esposti gli oggetti provenienti dalle collezioni medieceo-lorenesi. In particolare al primo piano, suddiviso in nove sale è dedicato alle collezioni medicee che contengono raffinati strumenti matematici e tra questi gli strumenti originali di Galileo e un’eccezionale collezione di globi terrestri e celesti.

Loggia dei Lanzi -  Ratto di PolissenaA questo punto della gita se ancora avete voglia di farvi una breve passeggiata io vi consiglio di tornare in Piazza della Signoria da qui passando davanti alla Loggia dei Lanzi, dove se non ci siete andati prima io vi consiglio assolutamente di fermarvi a guardare le bellissime statue, imboccate via Vacchereccia, dopo circa 200 metri imboccare sulla destra via Calimala e dopo essere passati davanti alla Loggia del Porcellino, anche detta Loggia del Mercato Nuovo. Svoltate a sinistra e vi trovate in Via di Porta Rossa.
Proseguendo lungo la via pochi metri dopo, al numero 9, trovate il Museo Uno degli ambienti di Palazzo Davanzatidi Palazzo Davanzati e della Antica Casa Fiorentina. Il palazzo è un tipico esempio di architettura fiorentina del 1300. Fu acquistato dalla famiglia Davanzati alla fine del 1500 e rimase di loro proprietà fino al 1838 quando l’ultimo proprietario morì suicida. In seguito a questo evento l’edificio subì notevoli rimaneggiamenti e rischiò a inizio 900 di venire abbattuto ma fu comprato dall’antiquario Elia Volpi che lo restaurò e trasformò nel Museo privato della Casa Fiorentina. Periodicamente l’antiquario arredava il museo con mobilio d’epoca che suscitava sempre grande successo tra gli appassionati e collezionisti e poi durante importanti aste lo rivendeva. Nel 1956 il Palazzo venne acquistato dallo Stato Italiano che lo riarredò con mobili provenienti in parte da altri musei fiorenti e in parte da donazioni.

Questi sono i miei consigli su alcuni luoghi a visitare nella bellissima Firenze, naturalmente questi sono solo alcuni dei tanti musei e chiese che la città vi offre. Per citarne altre vi posso ricordare la Basilica di San Lorenzo e la Biblioteca Medicea Laurenziana, le Cappelle Medicee e la Sagrestia Nuova realizzata da Michelangelo, i musei di Palazzo Pitti, la Galleria dell’Accademia, il Museo del Bargello e il complesso di Santa Maria Novella questo solo per citarne alcuni ma la lista potrebbe ancora essere davvero molto lunga.
Un’ultima curiosità se visitate la Basilica di Santa Maria Novella poco distante in via della scala 16 potete entrare alla Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella la più antica farmacia d’Italia aperta fin dal 1612.

E ora non mi rimane che augurarvi buona visita.

Ponte vecchio di Notte